Questa è la data in cui Steve Jobs ha presentato il primo iPhone.
Le parole profetiche di Jobs furono: “today Apple in going to reinvent the phone“. Niente di più vero.
Ora non ci pensiamo più, ma prima dell’iPhone tutti gli smartphone avevano i tasti fisici!
IPhone è stato il primo telefono a “tutto display”, anche se ora ci pare una cosa ovvia non lo era affatto prima del 9 gennaio del 2007.
Trova le differenze! 😎
Con gli altri smartphone non si poteva ascoltare la musica, invece iPhone aveva un iPod inside!
E poi parliamo anche dell’user interface rivoluzionaria nonchè pensata da chi aveva pensato anche l’hardware, quindi perfettamente integrata.
E anche le foto… sono diventate protagoniste! Chissà che cosa sarebbe Instagram se Steve non avesse pensato l’iPhone!
Oggi, questa logica, è replicata su qualsiasi tipo di telefono – sono passati 16 anni e ad oggi varie fonti affermano che ne sono stati venduti più di due miliardi di unità – ed è diventata la normalità che ha completamente cancellato dalle nostre menti cosa fosse un telefono “prima”!
9 gennaio 2007: l’iPhone
(it) works like magic
così finiva il keynote di Steve Job ed io ancora oggi lo penso.
Iphone funziona come per magia e, come per magia, ci ha cambiato la vita, in bene.
Inoltre, dal momento che una mela al giorno leva il medico di torno, ci ha anche curato! 😎
Grazie iPhone, grazie Steve! ❤️
Tutti le immagini sono ricavate da frame della presentazione del 9 gennaio 2007, se la vuoi vedere per intero clicca qui.
La Coca-Cola non ha inventato Babbo Natale e non è stata la prima a vestirlo di rosso.
Tuttavia, se per Babbo Natale intendiamo il signore simpatico e allegro che risiede nell’attuale immaginario collettivo, ecco, quello è sicuramente frutto della pubblicità della grande azienda di Atlanta.
Per la Coca-Cola l’inverno non è certo il miglior periodo dell’anno, essendo una bevanda prettamente estiva.
Quindi, sin da sempre, i loro uffici di marketing sperimentavano booster per sostenere le vendite in inverno.
Correva l’anno 1931, quando la D’Arcy – agenzia pubblicitaria di Coca-Cola dal 1906 al 1954 – ha incaricato Haddon Sundblom di disegnare un Santa
Immagine di proprietà di The CocaCola company
Claus umano (in precedenza era stato anche raffigurato come elfo) e realistico, una figura allegra e rassicurante, un omaccione sorridente e paffuto.
Ovviamente, questo Santa Claus è stato vestito con i colori del logo della Coca-Cola, rosso e bianco.
Dal 1931 fino al 1964, Sundblom continuò a disegnare Santa Claus per Coca-Cola, rendendolo la figura popolare che è adesso.
Per oltre 20 anni però, questa delizia di illustrazioni rimase nel continente americano.
Infatti, in questa veste, Babbo Natale ritornò in Europa (da dove era partito come San Nicola, protettore di Amsterdam) solo dopo il termine della seconda guerra mondiale. Dall’Europa, poi, si diffuse in 44 paesi nel mondo.
Quella che vedete sopra è la prima illustrazione di Sundblom che crea il link tra Coca-Cola e Santa Claussostituendo la bevanda gassata ai tradizionali biscotti e latte lasciati per ristorare Babbo Natale.
Qui sopra il classico truck natalizio di Coca-Cola, con l’illustrazione di Santa Claus fatta da Sundblom, la foto è del 2006, fatta in Olanda ❤️.
Ora, tutto questo “pippone” su come una figura così familiare per noi sia frutto di un progetto pubblicitario può portare a varie riflessioni.
Domande e riflessioni sulla relazione tra Babbo Natale e la Coca-Cola
La prima domanda che mi viene in mente è: come si rappresenterebbe oggi il nostro Natale senza lo zampino di Coca-Cola?
La seconda è: ma quanto è bello che una “pubblicità” possa avere mutato (secondo me, in bene) un evento così universale?
Che si porta appresso la sottodomanda: ma quanto è bello che ognuno di noi e/o ognuna delle nostre aziende possa cambiare il corso delle cose, fare evolvere i costumi, ecc. ecc.?
Ora qualcuno – i nemici della contentezza sono ovunque – penserà al potere manipolatorio, ma li voglio fermare subito.
Santa Claus è diventato paciocco, bonario, positivo solo perché nell’intelligenza collettiva c’era spazio per accogliere una simile icona. Diversamente non sarebbe accaduto.
Quindi se si possono “installare” trojan o malaware – usando una metafora informatica – è perché le menti di riferimento sono con le porte aperte ad accoglierlo.
EVVIVA la pubblicità, che non è solo l’anima del commercio, ma anche un grandissimo portavoce della nostra intelligenza collettiva.
PG
n.d.a. Molte informazioni per questo post sono state prese da un interessantissimo booklet pubblicato da TheCocaColaCompany che potete leggere cliccando qui. È una chicca. Lettura molto raccomandata.
Black friday, amico americano. Lo abbiamo importato, come tante altre feste/usanze – una per tutti Halloween – ma lo abbiamo distorto. Distorto malamente.
Io me ne rammarico, perché trovo che la formula originale sia infinitamente più efficace e anche più divertente.
Per questo ho avuto voglia di parlarvene.
Ma, cominciamo dall’inizio.
Come nasce?
Era il 1924 quando la catena di distribuzione Macy’s organizzò a New York la prima parata per celebrare l’inizio degli acquisti natalizi il giorno successivo a quello del Ringraziamento.
Incredibilmente, già quella prima volta ben 10.000 persone seguirono la parata che fece sfilare persino alcuni animali, tra cui gli elefanti, dello zoo di Central park.
Da allora, ogni anno si tiene la Macy’s Thanksgiving Day Parade e ,dal 1953, viene trasmessa da NBC in tutti gli Stati Uniti.
Dal 1952, il giorno dopo il Ringraziamento è ufficialmente considerato l’inizio della stagione dello shopping natalizio nel paese.
Come funziona il Black friday (negli Usa)?
Thomson Reuters
Allo scopo di fare una sorta di kick off degli acquisti natalizi, per il giorno del Black friday le grandi catene commerciali offrono eccezionali promozioni.
In genere, queste promozioni, sono valide solo su un numero ristretto di pezzi di ciascun articolo, per cui le persone che desiderano fare acquisti in occasione del Black Friday, in buona parte, trascorrono la notte fuori dal negozi!
Perché si chiama Black Friday?
Tra le varie versioni note, noi abbiamo deciso di adottare quella più romantica.
Il termine Black friday farebbe riferimento alle annotazioni sui libri contabili dei commercianti – quelli tenuti a mano – che venivano scritte in nero (guadagni) abbandonando il colore rosso che metteva in evidenza le perdite.
Per cui il venerdì nero non è altro che l’inizio del periodo più proficuo delle vendite. Anche se, in italiano, sembrerebbe un’espressione sinistra, si tratta di una locuzione foriera di cose belle!
Parliamo del muro di Berlino e parliamo di 32 anni fa.
Era il 1989.
32 anni fa cadeva /veniva abbattuto/ il muro di Berlino*.
L’immaginaria /neanche tanto/ linea di confine tra le zone Nato e filosovietiche, che fisicamente divideva Berlino est da Berlino ovest.
Era il 9 novembre 1989, conferenza stampa del Ministro della propaganda DDR:
“Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (…) Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente.”
Queste furono le parole di Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR.
A seguito di questo annuncio in tv, decine di migliaia di berlinesi dell’Est si precipitarono per strada ed, a fiumi, attraversarono il confine verso Berlino Ovest le persone li accolsero festosamente e tutti i bar vicino al Muro iniziarono a versare birra gratis.
E fu l’inizio di una nuova nuova era .
The wall, il concerto
Il 21 luglio 1990, Roger Waters, leader dei Pink Floyd, organizzò uno spettacolare concerto per celebrare la caduta del Muro, nella cosiddetta terra di nessuno tra Berlino est e Berlino ovest.
Una esecuzione dal vivo di The Wall,la cui colossale scenografia prevedeva, nella fase finale del concerto, il crollo di un gigantesco muro di polistirolo.
Per chi (come chi vi scrive) ha potuto vedere il prima ed il dopo, il senso di libertà, di unione, di grande cambiamento fa impazzire il cuore di emozioni.
Oggi Berlino è una città incredibile, viva, vitale, rutilante. È stata scenario di tante cose che del mondo occidentale ne fanno ciò che è oggi.
Se ci andate sentirete forte e chiara questa sensazione.
Sullo stesso canale, con 1 milione di follower circa, il video precedente risalente a 6 gg. fa ha 192.000 visualizzazioni circa e il terzo di una settimana fa 698.000 circa.
E già questo ci piace.
È Palermo che viene raccontata e pure bene.
Man mano che scorrono i fotogrammi io mi emoziono. Riconosco posti, alcuni per me sono proprio posti del cuore. Arrivo in fondo ai 5 minuti di visualizzazione.
Sono tanti, in rete tantissimi direi.
Ora io non so quale sia stato lo scopo della Red Bull nel produrre questo video, chi sia il suo target, dove e come voglia diffonderlo. E francamente me lo sto chiedendo.
Immagino che presto lo scopriremo.
Intanto volevo dire solo una cosa, il video l’ha prodotto un’azienda di Palermo.
Ecco secondo me questo fatto vale di più di tutto il resto.
Coronavirus, la situazione delle PMI femminili in Italia e il ruolo del digitale: caso Agriturismo carbona
Su Agenda Digitale oggi è stato pubblicato un articolo che parla del caso di Agriturismo Carbona, azienda agricola con sede nell’agro di Castelvetrano (TP).
Si parla di come abbiamo utilizzato il tempo del lockdown per fare community e per fare nascere l’ecommerce.
Si parla di come, in una azienda tutta al femminile, abbiamo usato il tempo “regalato” dalla pandemia per dare forza ad alcuni rami aziendali.
Ma soprattutto, orgoglio e vanto, si parla della digitalizzazione, o meglio virtualizzazione, del loro mitico “pranzo in famiglia” della domenica.
Infatti, si sa quanto qui sia importante mangiare!
E cosa c’era di più bello che fare immaginare alle persone che potessero continuare a vivere il loro tradizionale pranzo della domenica, sebbene a casa. Non in agriturismo. Ma con gli stessi sapori, odori, la stessa varietà. Insomma, un momento di lietezza. A domicilio.
Direte voi, ma era un servizio di delivery o take-away.
Rispondiamo noi: no, perché c’aveva un anima, il sentore, la cura del riprodurre tutto esattamente come se fosse stato vissuto in agriturismo.
È piaciuto. Ai clienti ed a noi.
Quindi evviva!!
[manco a dirsi, il tutto è stato “servito” attraverso la pagina FB e What’sapp business]
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